Ero presissimo dal mio lavoro quando conobbi Presa alla presentazione del film "La presa della Bastiglia". Lei era appena stata presa da una grande compagnia telefonica. Io lavoravo presso una grossa impresa di cemento a presa rapida. Notai subito la sua presenza. Ci presentammo. Fu un colpo di fulmine. Che cotta presi! Poche ore dopo, la prendevo fra le mie braccia, la stringevo mentre lei, dopo una debole resistenza, si abbandonava a me dicendo "prendimi, sono tua".
L'inizio fu fantastico. Eravamo cosi presi l'uno dall'altro. Facevamo una vita brillante. Volevamo prenderci tutti i piaceri che la vita ci offriva, champagne compreso. La gente, sorpresa, ci prendeva per matti. La verità è che già allora erano iniziate le prime incomprensioni e i bisticci diventavano sempre più frequenti. Io, alle prese con i miei problemi di lavoro, presi la decisione di troncare il nostro rapporto. "Spero che tu comprenda" le dissi. Lei non comprese, anzi, la prese molto male. Era ancora molto presa dalla nostra storia e si sentiva... incompresa. Il giorno dopo ebbi un terribile presentimento. Presi un taxi e mi precipitai da lei. La presi appena in tempo. Aveva il filo del telefono attorno a collo. Che spavento presi! "Tu sei pazza a prendertela in questo modo" urlai. Lei si riprese un poco e disse "Volevo farla finita". Le lacrime presero il sopravvento. "Presa, che ti prende?" le dissi, e lei tra i singhiozzi: "Non riesco a staccarmi da te. Ti prego, prendiamoci un po' di tempo e proviamo a riprendere questa storia. Non bisticceremo più." "Tu non comprendi, Presa, non è più come prima". Lei abbassò lo sguardo. Comprese.
Da allora la mia vita è ripresa senza Presa. Ma la presenza di lei nei miei pensieri e la sua assenza nelle mie vuote giornate mi perseguitano.

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